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TRE domande per la prova orale e TRE proposte per il Governo

Aggiornamento: 20 mag 2019

La legge è giusta perché è legge o è legge perché è giusta?




“Non pensavo che i tuoi editti avessero tanta forza, che un mortale potesse trasgredire le leggi non scritte ed incrollabili degli dei. Infatti, queste non sono di oggi o di ieri, ma sempre vivono, e nessuno sa da quando apparvero”


Antigone




SUGGERIMENTO dell'Ispettor Piazza per la prova orale:

"Lasciate stare le ruminazioni: i ruminanti del pensiero sono sempre convinti di avere una vita

spirituale molto intensa: in realtà hanno solo il verme solitario. La domanda - l’unica- che dovrete

porvi è: Quali apprendimenti posso apprendere con gli apprendimenti che fanno parte del mio

background culturale e professionale?

Ci sono stati e ci sono dei geni nel campo della

condensazione verbale: il parlare laconico degli spartani è diventato proverbiale: quando un piccolo spartachino andava in guerra la madre, consegnandogli uno scudo enorme gli diceva solo: o con questo o su questo. Le spartane non amavano le mezze misure, minigonne a parte. Calvin Coolidge, quando una signora, a una cena, gli disse che qualcuno aveva scommesso con lei che non sarebbe riuscita a fargli dire più di due parole le disse: Lei perderà. Non voglio decantare l’omertà: la miglior parola è quella che non si dice..."


Hic Rodhus hic salta


Carissimi CON-correnti, colleghi, amici, familiari, parenti, professori, medici, conoscenti, lettori, studenti...


1.

¿La legge è giusta perché è legge? o ¿È legge perché è giusta?

(analisi di casi concreti)



2.

Prepara una proposta di giuramento per i neo-genitori e per chi gravita nel mondo Scuola (Dirigenti Insegnanti ATA...) -proposta n.1 e n.2 per MIUR e MINISTERO FAMIGLIA







«Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro:

di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento; di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale; di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario;di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona; di astenermi da ogni accanimento diagnostico e terapeutico;di promuovere l'alleanza terapeutica con il paziente fondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione, nel rispetto e condivisione dei principi a cui si ispira l'arte medica; di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze;di mettere le mie conoscenze a disposizione del progresso della medicina;di affidare la mia reputazione professionale esclusivamente alla mia competenza e alle mie doti morali;di evitare, anche al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il decoro e la dignità della professione; di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni;di rispettare e facilitare il diritto alla libera scelta del medico;di prestare assistenza d'urgenza a chi ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell'autorità competente; di osservare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio stato;di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione.»



2bis. RIFLESSIONE SUI SEGUENTI TEMI: SCUOLA, FAMIGLIA, LIBERTÀ nella COSTITUZIONE ITALIANA e nel CODICE CIVILE.







3.

IN QUALI condotte di reato si possono trovare i 10 COMANDAMENTI?


La legalità sleale diventerebbe sopraffazione (Senofonte) ovvero:


"Il nostro diritto è improntato al giusnaturalismo".


(Proposta n.3 per il MIUR: lo spazio per il diritto nella scuola c’è già: l’ora di religione)


I 10 comandamenti nelle attuali condotte di reato.

Le norme sociali, le norme morali e le norme religiose, le norme giuridiche... In un contesto civile è impossibile vivere senza norme, pena il prevalere della legge della giungla, quindi si tratta di norme imposte dalla necessità di vivere insieme senza che il comportamento del singolo danneggi la collettività o altro singolo. Da qui la necessità di regole di condotta che si impongono ai membri di una comunità vietando gli atti socialmente dannosi e motivando invece a compiere azioni vantaggiose. Da questo punto di vista si può ragionevolmente dedurre che anche la nostra Costituzione è “primitiva” (improntata al giusnaturalismo, vale a dire a quella scuola di pensiero che vuole che il diritto positivo (jus in civitate positum) sia quanto più vicino possibile ispirato a criteri naturali). La norma sociale QUALIFICA un comportamento: chi rischia la propria vita nel tentativo di salvare una persona che affoga, comportamento considerato lodevole e auspicabile, e quello di chi invece reca offese immotivate come da condannare. Questa valutazione non è fatta con riferimento al caso singolo, ma con sguardo rivolto a tutti i casi in cui, in ipotesi, quella o l’altra situazione si verifichino. Da qui il carattere di generalità ed astrattezza proprio di TUTTE le norme. (Vito Piazza)







Esempio: FALSA TESTIMONIANZA:


non pronunziare falsa testimonianza contro il tuo prossimo”

Forse:

- 594 c.p. (ingiuria)

- 595 c. p. (diffamazione)


"Non presterai mano al colpevole per essere testimone di un’ingiustizia

Art. 40 c.p.? Delicta per omissionem commissa?


e così via con gli altri comandamenti... forza con-correnti...



Esodo 20,1-14:


«E Dio pronunciò tutte queste parole dicendo così:


Io sono il Signore tuo Dio, che ti fece uscire dal paese d'Egitto, dalla casa del [faraone dove eravate] schiavi.



Non avrai altri dei al mio cospetto[4]. Non dovrai farti alcuna figura scolpita, né immagine alcuna delle cose che sono in alto nel cielo o in basso sulla terra o nelle acque al di sotto della terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li adorare, perché io, il Signore tuo Dio, sono un Dio scrupoloso [nell'esigere la punizione per l'idolatria]. Per coloro che mi odiano Io punisco il peccato dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione mentre uso bontà fino alla millesima generazione per coloro che mi amano ed osservano i miei comandamenti.

Non pronunciare il nome del Signore Dio tuo invano[5]; perché il Signore non lascerà impunito chi avrà pronunciato il suo nome invano.

Ricordati del giorno del sabato per santificarlo. Per sei giorni lavorerai e compirai ogni tua opera ma il settimo è giorno di totale cessazione del lavoro e dedicato al Signore Dio tuo. Non farai alcun lavoro né tu né tuo figlio né tua figlia né il tuo schiavo né la tua schiava né il tuo animale né il forestiero che si trova nelle porte [della tua città] poiché in sei giorni il Signore creò il cielo e la terra, il mare e tutto ciò che contengono e nel settimo giorno si riposò e per questo il Signore ha benedetto il settimo giorno santificandolo.

Onora tuo padre e tua madre affinché si prolunghino i tuoi giorni sulla terra che il Signore tuo Dio ti dà[6].

Non uccidere.

Non commettere adulterio.

Non rubare [o rapire].

Non fare falsa testimonianza contro il tuo prossimo[7].

Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare sua moglie, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo.»



Per il 100:

¿FILOLOGIA È DIRITTO? (e se sì, naturale o positivo?)¿Il DS deve essere anche filoLogo? Perché? ¿Per quali lavori è necessario essere filoLogo? ¿Per quali è consigliato? ¿Per quali sconsigliato?



Il Prologo o Inno al Logos



Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος,

καὶ ὁ λόγος ἦν πρὸς τὸν θεόν, καὶ θεὸς ἦν ὁ λόγος. οὗτος ἦν ἐν ἀρχῇ πρὸς τὸν θεόν. πάντα δι' αὐτοῦ ἐγένετο, καὶ χωρὶς αὐτοῦ ἐγένετο οὐδὲ ἕν. ὃ γέγονεν ἐν αὐτῷ ζωὴ ἦν, καὶ ἡ ζωὴ ἦν τὸ φῶς τῶν ἀνθρώπων· καὶ τὸ φῶς ἐν τῇ σκοτίᾳ φαίνει, καὶ ἡ σκοτία αὐτὸ οὐ κατέλαβεν.

(Dal vangelo secondo Giovanni 1,1-5)


Inno al Logos « In principio era il Logos

e il Logos era presso Dio e il Logos era Dio Questi era in principio presso Dio.

Tutto è venuto ad essere per mezzo di Lui, e senza di Lui nulla è venuto ad essere di ciò che esiste.

In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini e questa luce splende ancora nelle tenebre poiché le tenebre non riuscirono ad offuscarla. »






«Filologia è quella onorevole arte che esige dal suo cultore soprattutto una cosa, trarsi da parte, lasciarsi tempo, divenire silenzioso, divenire lento, essendo un'arte e una perizia da orafi della parola, che deve compiere un finissimo attento lavoro e non raggiunge nulla se non lo raggiunge lento. Ma proprio per questo fatto è oggi più necessaria che mai; è proprio per questo che essa ci attira e ci incanta quanto mai fortemente, nel cuore di un'epoca del "lavoro": intendo dire della fretta, della precipitazione indecorosa e sudaticcia, che vuol "sbrigare" immediatamente ogni cosa (...). Per una tale arte non è tanto facile sbrigare qualsiasi cosa perché essa ci insegna a leggere bene, cioè a leggere lentamente in profondità, guardandosi avanti e indietro, non senza secondi fini, lasciando porte aperte, con dita e con occhi delicati.» (Friedrich Nietzsche)




Letteratura è diritto; il giudice e lo scrittore lavorano alla costruzione di una storia, devono connettere causa, effetti, indizi fino allo scioglimento finale. C'è ambizione estetica in un romanzo come in un testo normativo. La sentenza è una narrazione coerente; il linguaggio è il comune terreno di gioco; la parola lo strumento.



Per voi una selezione di Libri (in)utili per il concorso, la scuola, la vita. Altro da (s)consigliare?




PANE E VINO (IGNAZIO SILONE) ..." Ma se non c'è la libertà? " disse Nunzio. "La libertà non è una cosa che si può ricevere in regalo" disse Pietro. "Si può vivere in un paese di dittatura ed essere libero, a una semplice condizione, basta lottare contro la dittatura. L'uomo che pensa con la propria testa e conserva il suo cuore incorrotto, è libero. L'uomo che lotta per ciò che egli ritiene giusto, è libero. Per contro, si può vivere nel paese più democratico della terra, ma se si è interiormente pigri, ottusi, servili, non si è liberi; malgrado l'assenza di ogni coercizione violenta, si è schiavi. Questo è il male, non bisogna implorare la propria libertà dagli altri. La libertà bisogna prendersela, ognuno la porzione che può". Nunzio restò pensieroso e impacciato. "Tu sei la nostra vendetta" disse. "Tu sei la parte migliore di noi stessi. Pietro, cerca di essere forte. Cerca di vivere, di durare..."





“Le tecniche della propaganda nell’imposizione del pensiero unico.

La finestra di Overton- La rana bollita di Chomsky



Si sa che l’uomo digerisce tutto purché gli venga somministrato in piccole dosi. È la famosa teoria della rana bollita di Chomsky: se si getta una rana in una pentola di acqua bollente, è probabile che quella salti fuori e si salvi, ma se la si mette in una pentola di acqua fredda e si aumenta la temperatura dell’acqua a poco a poco, la povera rana si cucinerà a fuoco lento senza trovare la forza di reagire. Ciò dimostra, secondo Chomsky, che, volendo imporre a qualcuno un cambiamento radicale, bisogna propinarglielo in maniera sufficientemente lenta e graduale; solo così, sfuggendo in una prima fase alla coscienza di chi lo subisce, il cambiamento non suscita nessuna reazione, nessuna opposizione, nessuna rivolta, finché diventa troppo tardi per poterlo scansare.

Nel momento in cui la vittima realizza il pericolo, questo è già attuale e non più evitabile.



Il politologo americano Joseph Overton ha elaborato negli anni Novanta un modello di ingegneria sociale la c.d. finestra di Overton che dimostra per tabulas come qualsiasi tabù possa essere infranto e gradualmente liberato nella società, purché lo si incanali in uno spettro di passaggi progressivi (che per Overton sono sei). Si può ottenere così, nel tempo, lo slittamento graduale dell’opinione pubblica nella considerazione di un qualsiasi fenomeno, anche il più indigesto. Si parte da qualcosa di totalmente inaccettabile, addirittura deplorevole, disgustoso (la simulazione è fatta col cannibalismo); si passa per la fase radicale, in cui il fenomeno è sempre aborrito in linea teorica e anche vietato dalla legge, ma nella pratica comincia a profilarsi la possibilità di qualche deroga in casi limite (per esempio gli indigeni della Papuasia, che non sono cattive persone, praticano il cannibalismo), e parallelamente è reso oggetto di speculazione scientifica, sicché acquisisce dignità accademica anche dal punto di vista onomastico (i cannibali diventano magicamente antropofagi e poi, ancor meglio, antropofili, perché con un bel nome hanno più possibilità di fare carriera): la fase radicale-attenzione!-è lo snodo cruciale in cui il fenomeno indigesto penetra nella membrana del pensiero collettivo, cioè l’uomo comune non entra più in dissonanza cognitiva nel contemplarlo e in qualche modo comincia a metabolizzarlo (in questa fase-dice Overton-possono essere utilizzate anche tecniche di shock: all’apparire degli estremisti, come quelli che rivendicano il cannibalismo libero, una soluzione di compromesso appare sempre più accettabile, se non addirittura sensata). Ecco che mano a mano il fenomeno viene tollerato, sembra in certi casi persino ragionevole (non tutti i cannibali sono cattivi, e nemmeno incivili e incolti: ad esempio i sopravvissuti al disastro aereo sulle Ande si salvano cibandosi dei resti delle vittime; sulla drammatica vicenda, guarda caso, esce con tempismo un film), affievolisce la sua carica di ripulsa e pian piano si diffonde. Finché, a un certo punto, diventa doveroso constatare che il nostro fenomeno non solo esiste come effettivo, statisticamente non più irrilevante, non più marginale , ma ormai è anche già in buona parte metabolizzato nel pensiero comune. Pronto per essere lanciato verso la fase, decisiva, della legalizzazione. L’esperienza insegna quanto sia dirompente la carica pedagogica della legge: ciò che acquisisce il crisma della giuridicità, e diventa lecito, nell’immaginario collettivo diventa automaticamente anche buono, poiché risulta istintivo identificare il bene e il male con ciò che la legge consente o non consente.”



La scimmia nuda - Studio zoologico sull'animale uomo (Desmond Morris)

"Da bambino durante la seconda guerra mondiale, avevo avuto modo di osservare con disappunto gli esseri umani adulti ossessionati dall'uccidersi a vicenda. In un tema a scuola descrissi gli esseri umani come "scimmie dal cervello malato". Come via di fuga dall'orrore della cosiddetta civiltà, ho rivolto la mia attenzione alle altre specie animali: più affascinato da rospi, serpenti e volpi che dagli uomini con le loro armi e bombe (...) È stata proprio la guerra a farmi diventare uno zoologo, e ci sono voluti anni per farmi accettare che tutto considerato gli esseri umani possiedono qualche qualità interessante che merita di essere studiata. Quando non si torturano, non si massacrano o non si fanno paura l' un l' altro, anche gli uomini hanno infatti caratteri animali piuttosto emozionanti. (...) Dal giorno in cui La scimmia nuda è stato pubblicato, ho osservato in un silenzio divertito il modo in cui l' idea dell'influenza dei fattori genetici sul comportamento umano è stata sempre più accettata nel mondo scientifico. (...) Oggi è ampiamente riconosciuto che noi siamo programmati alla nascita da una serie di suggerimenti genetici su come comportarci se vogliamo goderci a pieno la vita. Possiamo essere educati a scartare da questi sentieri suggeriti, ma così facendo rischiamo di incorrere in un'ampia gamma di frustrazioni e disturbi mentali, perché i nuovi percorsi di condotta non si adattano alla personalità biologica della specie. (...) Avrete notato che ho usato l' espressione "suggerimenti genetici" e non "istruzioni genetiche". È perché queste influenze non sono rigide e possiamo leggermente modificarle in un senso o nell'altro senza provocare troppi danni. È solo quando deviamo decisamente dai nostri antichi schemi di comportamento che cominciano i guai.




"Sappiamo tutto o quasi su leggi, leggine, leadership e cavolate varie. Ormai le nostre scuole sono diventate Alpi Tour e lo spazio per le discipline è sempre più ridotto. Abbiamo capovolto la scuola, abbiamo ridigitalizzato i nostri allievi, li abbiamo allontanati dallo studio. credo che nella scuola importante sia il concetto di progresso: si entra in A e si esce in B con qualcosa di meglio che prima non c'era. Perciò il progresso è innovazione: il contrario sarebbe una contraddizione in termini. E allora se l'innovazione è STRUTTURALE alla scuola( mi riferisco alla definizione di Per Dalin) perché questa pletora di appendici di PON, POR e iniziative "innovative" se già la scuola è innovativa? Delle due l'una. E non mi si venga a dire che i PON et company servono per integrare lo stipendio da fame degli insegnanti, da sempre convinti di appartenere alla classe media e in realtà (a leggere Marx senza essere marxisti) fanno parte di un sottoproletariato costretto da TUTTI i governi a fare la guerra tra poveri? Ah, signor DS, sta facendo un PON anche su questo? Non parlo più". (Vito Piazza, messaggio informale)



(Les Misérables - Victor Hugo)



«Il destino e in particolare la vita, il tempo e in particolare il secolo, l'uomo e in particolare il popolo, Dio e in particolare il mondo, ecco quello che ho cercato di mettere in quel libro»

  • Esser santo è un’eccezione; esser giusto è la regola. Sbagliate, mancate, peccate, ma siate giusti.

  • Finché aveva denari, visitava i poveri; quando non ne aveva più visitava i ricchi.

  • Non dobbiamo mai temere i ladri e gli assassini; sono pericoli esterni, piccoli. Ma dobbiamo temere noi stessi. I pregiudizi, ecco i ladri; i vizi, ecco gli omicidi. I grandi pericoli sono in noi.

  • Rialzò il capo con espressione di sovrana autorità, quell’espressione tanto più spaventosa quanto più in basso è collocato il potere e che, selvaggia nella bestia feroce, è atroce nell’uomo dappoco.

  • è facilissimo esser buoni, ma il difficile è esser giusti.

  • V’è uno spettacolo più grande del mare, ed è il cielo; v’è uno spettacolo più grande del cielo, ed è l’interno dell’anima.

  • vi sono combattimenti di giganti come in Omero, mischie di dragoni ed idre e nugoli di fantasmi, come in Milton, visioni ultraterrene come in Dante.

  • Valjean aveva questo di particolare: che, cioè, si sarebbe potuto dire portasse due bisacce, nell’una delle quali teneva i pensieri d’un santo, nell’altra celava i temibili istinti d’un forzato. Secondo l’occasione, egli frugava nell’una o nell’altra.

  • Superstizioni, bigotterie, bacchettonismi e pregiudizi, sebbene siano larve, s’attaccano alla vita e hanno denti ed unghie uscenti dal loro fumo; bisogna incalzarli e far loro guerra, senza tregua; poiché è una fatalità dell’uomo essere condannato all’eterna battaglia dei fantasmi. L’ombra è difficile a prendere per la gola e ad atterrare.

  • principe non è nulla, accanto a un principio.

  • se fosse dato ai nostri occhi terreni di vedere nella coscienza altrui, si giudicherebbe molto più sicuramente un uomo da quel che sogna, che da quel che pensa.

  • Per buona distribuzione, si deve intendere non già distribuzione uguale, ma equa. La prima uguaglianza è l’equità.

  • Risolvete i due problemi, incoraggiate il ricco e proteggete il povero, sopprimete la miseria, ponete fine allo sfruttamento ingiusto del debole da parte del forte, mettete un freno all’iniqua gelosia di colui ch’è in cammino contro chi è arrivato, proporzionate matematicamente e fraternamente il salario al lavoro, unite l’insegnamento gratuito ed obbligatorio alla crescita dell’infanzia e fate della scienza la base della virilità, sviluppate le intelligenze, mentre fate lavorare le braccia, siate ad un tempo un popolo potente e una famiglia d’uomini felici, rendete democratica la proprietà, non abolendola, ma rendendola universale, in modo che ogni cittadino, nessuno eccettuato, sia proprietario, cosa più facile che non si creda; in due parole, sappiate produrre e ripartire la ricchezza e avrete così insieme la grandezza materiale e quella morale e sarete degni di chiamarvi la Francia.

  • Cosette tremava membro a membro; ella chiese: «Sono ancora uomini, papà?» «Qualche volta,» disse l’infelice.

  • All’infinito occorre l’inesauribile.

  • quella spaventosa sete di libertà che muta i precipizî in fossi, le inferriate in graticci di vimini, un rattrappito in atleta, un podagroso in uccello, la stupidità in istinto, l’istinto in intelligenza e l’intelligenza in genio...

  • La vera divisione umana è la seguente: quelli che sono illuminati e quelli che sono al buio. Diminuire il numero dei secondi ed aumentare il numero dei primi: ecco lo scopo. Per questo noi gridiamo: «Insegnamento! Scienza!»

  • Il prigioniero ha i ferri ai piedi: ma credete forse ch’egli pensi che coi piedi si cammina? No; egli pensa che coi piedi si balla;

  • Era soddisfatta alla maniera di quella donna araba che, avendo ricevuto uno schiaffo dal marito, andò a lamentarsi dal padre, gridando vendetta e dicendo: «Padre, devi rendere a mio marito ingiuria per ingiuria.» Il padre chiese: «Su quale guancia hai ricevuto lo schiaffo?» «Sulla destra.» Il padre lasciò andare uno schiaffo sulla guancia sinistra e disse: «Eccoti accontentata. Dirai a tuo marito che, se egli ha schiaffeggiato mia figlia, io ho schiaffeggiato sua moglie.»

  • La luce delle torce assomiglia alla saggezza dei vigliacchi: rischiara male, perché trema.»

  • Cesare viene pugnalato dai senatori e il Cristo schiaffeggiato dai servi; dalla maggior forza dell’oltraggio si sente il dio.»

  • L’Uguaglianza ha un organo, che è l’istruzione gratuita ed obbligatoria; bisogna, infatti, cominciare dal diritto all’alfabeto.

  • L’uguaglianza, cittadini, non significa tutta la vegetazione allo stesso livello, una società di grandi steli d’erba e di piccole querce, una vicinanza di gelosie che si castrino vicendevolmente; essa significa, civilmente, lo stesso sbocco aperto a tutte le attitudini...

  • Bisogna bene che qualcuno parteggi per i vinti, poiché, quando essi falliscono, si è ingiusti verso quei grandi sperimentatori dell’avvenire. I rivoluzionarî vengono accusati di seminare lo sgomento, e ogni barricata sembra un misfatto; le loro teorie sono incriminate, i loro scopi sospettati, i secondi fini temuti, la loro coscienza denunciata. Vien loro rimproverato d’innalzare, sovrapporre ed ammucchiare contro la situazione sociale predominante un cumulo di miserie, di dolori, d’iniquità, di rancori e di disperazioni, e di strappare dai bassifondi blocchi di tenebre, per trincerarvisi e combattervi. Si grida loro: «Voi disselciate l’inferno!» ed essi potrebbero rispondere: «E per questo la nostra barricata è fatta di buone intenzioni.»

  • Si è in pochi e si ha contro un intero esercito; ma si difende il diritto, la legge naturale, la sovranità di ciascuno su se stesso, che non ammette possibili abdicazioni, la giustizia, la verità, e se occorre, si morirà come i trecento spartani. Non si pensa a Don Chisciotte, ma a Leonida. E si va sempre avanti e, una volta impegnati, non si indietreggia più e ci si precipita a testa china, con la speranza di una vittoria impossibile, la rivoluzione completata, il progresso rimesso in libertà, l’accrescimento del genere umano, la liberazione universale; e, alla peggio, le Termopili.

  • L’ideale non è che il punto culminante della logica, allo stesso modo che il bello non è che la cima del vero. Quindi, i popoli artisti sono anche conseguenti: amare il bello, significa voler la luce. Per questo la fiaccola dell’Europa, ossia della civiltà, è stata portata dapprima dalla Grecia, che l’ha passata all’Italia, la quale l’ha passata alla Francia. Oh, divini popoli esploratori!

  • Prendete quel soldatino ingenuo, villico della Beauce o del Limosino, il quale gironzola, col taglialardo al fianco, intorno alle balie asciutte del Lussemburgo, prendete quel giovane studente pallido, chino sopra un preparato anatomico o sopra un libro, quell’adolescente che si fa la barba colle forbici; spirate in essi il senso del dovere e metteteli di fronte nel crocicchio Boucherat o nel vicolo Planche-Mibray, facendo sì che l’uno combatta per la bandiera e l’altro per l’ideale, ed entrambi s’immaginino di combattere per la patria. La lotta sarà grandiosa; e l’ombra che proietteranno, nel grande campo epico in cui si dibatte l’umanità, quel fantaccino e quello studentello di medicina alle prese, sarà uguale all’ombra che getta Megarione, re della Licia piena di tigri, quando afferra a corpo a corpo l’immenso Aiace, pari agli dèi.

  • Ogni minuto è un becchino inesorabile.

  • Non v’è collera, in Francia, neppur pubblica, che sei mesi non bastino a spegnere; le sommosse, nello stato in cui si trova la società, sono talmente la colpa di tutti, che sono seguite da una necessità di chiudere un occhi.

  • L’amore è un fanciullo di seimila anni, ed ha diritto ad una lunga barba bianca: Matusalemme è un bimbo, di fronte a Cupido. Da sessanta secoli a questa parte l’uomo e la donna se la son cavata coll’amarsi; se il diavolo, maligno, s’è messo ad odiare l’uomo, questi, ancor più maligno, s’è messo ad amare la donna, e in questo modo s’è procurato un bene maggiore del male che gli ha procurato il diavolo

  • Vi sarebbe stata dunque gioia ovunque intorno a me, ma il fondo della mia anima sarebbe rimasto buio; ora, non basta esser felice, bisogna esser soddisfatti.

  • «Morire non è nulla; non vivere è spaventoso.»



“Sono convinta che tu sia in grado di fare qualsiasi cosa tu decida di fare e farlo bene, ma cosa desideri fare, esattamente? e sei disposto a lavorare e a sforzarti onestamente di ottenere quello che desideri? Nulla di importante si ottiene facilmente.”


“È facile ignorare la pioggia se si possiede un impermeabile.”


«(…) non abbiamo più acceso luci. Solo la pila. Ce l’aveva Dick, quando siamo andati a imbavagliare il signor Clutter e il ragazzo. Un attimo prima che gli chiudessi la bocca il signor Clutter mi domandò, e quelle furono le sue ultime parole, come stava sua moglie, se stava bene, e io dissi che era tutto a posto, che tra poco si sarebbe addormentata, e gli dissi che non mancava molto al mattino e che allora qualcuno li avrebbe trovati e tutta quella storia, io, Dick, e il resto, gli sarebbe parsa come un sogno. Non lo stavo prendendo in giro. Non avevo intenzione di fargli del male. Mi pareva un signore molto simpatico. Cortese. La pensai così fino al momento in cui gli tagliai la gola.»

































“Non pensavo che i tuoi editti avessero tanta forza, che un mortale potesse trasgredire le leggi non scritte ed incrollabili degli dei. Infatti, queste non sono di oggi o di ieri, ma sempre vivono, e nessuno sa da quando apparvero”. (Antigone)











Le madri sono l’antidoto più forte al dilagare dell’individualismo egoistico. "Individuo" vuol dire "che non si può dividere". Le madri invece si "dividono", a partire da quando ospitano un figlio per darlo al mondo e farlo crescere.


Catechesi del Santo Padre in occasione dell'Udienza Generale, 07/01/2015



καλοκαγαθία



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