Vita, scuola, case popolari
- Rosa Johanna
- 30 apr 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 1 mag 2019
L'istruzione è un diritto per tutti, un diritto di tutti. Malala ha rischiato la vita per il diritto allo studio ma aveva una cultura che la rendeva consapevole di questo. Non è sempre così e molti ragazzi pensano ad altro, all'immediato, al necessario. Specie nelle periferie urbane. Per questo, di fronte all'ipotesi di una bocciatura, io mi interrogo sempre e mi chiedo: c'è speranza?
Lascio quindi la parola ai personaggi di un mio romanzo, nomi inventati ma situazioni verosimili.
- Vorrei vivere lì, Ciro; - sospirò Michele - silenzio, ordine, scale pulite.
- Mah! A me pare un castellaccio tetro come quello di…te lo ricordi quello lì di cui parlava il professore? Quello che c’era una taverna e una vecchia…
- Boh? Se c’ero, dormivo - disse il compagno rammaricandosi per aver perso una storia interessante.- Com’è questa storia?
E Ciro, che per una volta si sentiva protagonista:
- Be', c’è uno che è un po’ calvo ma potentissimo e deve rapire una tipa per uno che è uno stronzo.
- Ma lo paga questo qui?
- Non ho capito bene, credo che gli deve un favore.
- Va avanti che mi piace.
- Ti dico quello che ho capito perché il primo pezzo me lo sono perso, poi Carlito ha detto che era interessante e quindi ho smesso di fare il coglione perché si andava a litigare, sai come è lui…
- Dai, racconta quello che ti ricordi che c’è l’atmosfera, intanto ne giro una.
- Sì, dai! Insomma a questo qui non gli va di rapire la ragazza perché è una brava ragazza e sa che il prete se la vuole fare.
- Il prete?- domandò perplesso Michele.
- Sì, si chiama Don e qualcosa…
- E quindi?
- Quello potente abita in un castellaccio tipo questo, solo che è su un monte e domina tutto.
- E gliela dà la ragazza al prete?
- Non lo so, è suonata l’ora.
- Che cazzo! Come nei telefilm!
- Già!
I ragazzi sentirono dei passi e spensero immediatamente lo spinello; Michele fu il primo a vederli: Cosimo, con una giacchetta di renna, il pantalone primaverile e i mocassini in tinta con la giacca e Tony, vestito alla Marlon Brando in Fronte del Porto, i muscoli abbronzati e lucidi, l’espressione truce: due adulti, rispetto a loro. Michele si fece bianco in volto, farfugliò qualcosa d’incomprensibile Ciro allora si girò di scatto e li vide.
Cosimo scendeva calmo per la scaletta. Tony era invece visibilmente alterato.
Non c'era via d'uscita da quella piazzetta sul mare in cui si recavano i pescatori e non c'erano neppure pescatori poiché era passato il mezzogiorno:
- Michele, ora io ti faccio scappare e vai a cercare aiuto perché quelli ci ammazzano.
Michele però aveva ancora più paura di scappare che di essere menato ed ora che aveva saputo di Loredana ambiva a vendicarla e non gli pareva il caso di lasciare l'amico da solo, non era un vigliacco.
- Sai perché siamo qui, vero Ciro? - disse sereno Cosimo - Se vuoi possiamo parlarne.
Ciro non rispose, si sentiva fiacco e pallido: quelli avevano dieci anni più di loro, non c'era nessuna possibilità di fuga.
- Che è? Abbiamo perso la parola? - grugnì Tony.
- Noi… non ci sentiamo adatti! - improvvisò Michele ritrovando la voce.
- Vediamo,- lo guardò bieco Tony - voi ci mancate di rispetto davanti a tutti e pensate di passarla liscia.
- Io con voi non ci lavoro - sussurrò Ciro che quasi non lo si sentiva.
Cosimo lo guardò con astio; poi guardò Michele al quale veniva quasi da piangere:
- Come sta tua cugina? Ci pensa sempre a me?
Come si sentiva piccolo Michele, in quel momento, piccolo e inutile.
- Va’ a fanculo! - gridò Ciro, sperando che qualcuno si affacciasse dal castellaccio.
- Non lo sai cos'è il rispetto vero? Non te l'ha insegnato il rispetto quella tua famiglia di straccioni? Tuo padre non te l'ha spiegato? – disse Tony a denti stretti, frasi sussurrate e ruvide come cartavetro.
Non si affacciava nessuno e allora tacque: le avrebbe prese e, se lo avessero lasciato in vita, da grande le avrebbe restituite.
Tratto da "In un posto sbagliato", Rosa Johanna Pintus
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