LA MODA ITALIANA VESTE LA SCUOLA PUBBLICA
- Giuliana Della Valle
- 2 mag 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 8 mag 2019
Una proposta per il Ministro Onorevole Marco Bussetti:
STILISTI ITALIANI PER LA SCUOLA PUBBLICA

Vero o falso che sia, questo aneddoto riassume un universale concreto: senza insegnanti non ci sarebbero imperatori (ma nemmeno medici, magistrati, architetti, fotografi, registi, scrittori, panettieri, chimici, contabili, muratori, fruttivendoli...- e nemmeno... insegnanti!)
Perché non dotare proprio la Scuola, da cui nasce ogni altra Istituzione, di quell'uniforme che contribuisce al prestigio delle altre pubbliche amministrazioni? (Magistratura, Sanità, Forze dell’Ordine…)
- Oltre alla promozione del bello (D.lgs. 60/ 2017), allo sviluppo del senso di appartenenza ad una comunità; al risparmio del tempo usato la mattina per pensare: "che cosa mi metto?" (approfondimento); ad eliminare le distinzioni legate a status symbol la cui assenza non sempre risponde a criteri elettivi (in questo caso la divisa è libertà e non livella); all' immediata identificabilità delle varie mansioni...
- L’uniforme avrebbe il delicato compito di divenire simbolo degli obiettivi generali del processo formativo: valorizzare l’identità e specificità del singolo inserito nella comunità in cui vive; diverrebbe pertanto emblema della stessa complessità della Scuola, che è di tutti e di ciascuno, che incoraggia la consapevolezza del proprio modo di apprendere ma al tempo stesso fa sì che questa singolarità possa arricchire la collettività di cui la persona fa parte.

La varietà nell’uniforme scolastica non si potrà limitare alle taglie (XS, S, M, L, XL) ma dovrà tenere conto anche dell’unicità della forma del corpo di chi la indossa; se cinque sono le taglie, altrettanti saranno i modelli.

La divisa sintetizzerebbe quello che è l’insegnamento più importante della Scuola, vale a dire che è la peculiarità del soggetto a costituirne la forza; ed è sull’autostima che deve essere edificato il percorso dell’individuo.
La diversità delle forme dei corpi non dovrà adeguarsi ad un solo modello di divisa ma sarà questa ad adattarsi alla peculiarità fisica di ognuno. Se la Scuola riuscisse in questo intento vaccinerebbe le generazioni a venire nei confronti di molti di quei disturbi dell’alimentazione che hanno origine proprio nel senso d’inadeguatezza che si genera nel sentire che è il proprio corpo “sbagliato“ a doversi omologare ad uno standard - come accade con l’abbigliamento-divisa (omologante) proposto della moda.
Diverrebbero palpabili quelli che sono i valori posti alla base dell'intero sistema educativo di istruzione e formazione.
La mia proposta quindi è: divise che identifichino per tutto il personale della scuola in cui potersi riconoscere sia come individui che come parte di quella comunità che, come direbbe Leibniz, può cambiare la faccia del mondo".
Un insegnante colpisce per l’eternità, non si può mai dire dove la sua influenza si fermi.
Tre persone erano al lavoro in un cantiere edile. Avevano il medesimo compito, ma quando fu chiesto loro quale fosse il loro lavoro, le risposte furono diverse: “Spacco le pietre”, rispose il primo; “Mi guadagno da vivere”, rispose il secondo; “Partecipo alla costruzione di una cattedrale”, disse il terzo.
Se la divisa potesse restituire agli insegnanti anche solo una minima parte di quel prestigio di cui deve godere chi porta avanti il compito più delicato che possa esserci in un Paese: decidere se e che volto dargli, dovremmo fare un tentativo in questa direzione.
Grazie,
Giuliana Della Valle
P.S.: Troviamo tra l'altro uniformi nelle scuole di tutto il mondo, da Cuba agli Stati Uniti passando per Corea del Nord, Gran Bretagna, Giappone, Cina, Siria, Russia...
Leggo solo ora l'esaustiva risposta. Grazie di cuore. Speriamo... presto!
Le divise mi son sempre piaciute, mi danno senso dell'ordine, di appartenenza, di cura, di identità. Senza voler scomodare i regimi fascisti. Quando ho indossato la divisa della CRI era il senso di appartenenza ad una ideologia che mi rendeva ancora di più parte di quel gruppo. Quando i miei figli indossavano i grembiuli, era il senso di affaticamento a star dietro a tutti i bottoni, lavaggi e stirature puntuali, a prevalere. Quando mio marito esce di casa con la sua divisa trovo che sia bellissimo e che quella divisa rappresenti un simbolo, forte, non al punto da configurarlo alla stregua dell'ideologia Balilla. "Il mondo come io lo vedo", scriveva Albert Einstein, che non amava di certo gli eserciti …