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Il sistema universitario francese rispetto a quello italiano

Aggiornamento: 15 ott 2019

La domanda che mi ha fatto Giuliana è molto rilevante perché mostra una differenza tra i due sistemi, il francese e l’italiano. Prima devo dire che io non sono un esperto della questione e che ne posso parlare solo per ciò che ne ho visto, sentito parlare e il mio avviso è solo il mio e le mie informazioni possono essere false.

Prima, devo parlare un po’ del mio percorso personale. Dopo aver fatto il lycée général série scientifique (che sarebbe in Italia più o meno come il scientifico, senza il latino però), sono andato a Parigi per fare ciò che si chiama in Francia, una classe préparatoire aux grandes écoles, cioè una classe che si fa all’interno di un grande liceo prestigioso per preparare un concorso di una grande scuola universitaria. Queste classi, in generale pubbliche e gratuite, in realtà, sono tipicamente francesi e fanno parte del sistema superiore degli studi senza essere legate a un’università. Quando un Francese ottiene la maturità, ha la possibilità di andare in queste classi preparatorie, però all'ingresso, c'è una selezione molto forte perché in Francia, il sistema universitario è doppio, diviso tra l’università e queste classi e grandi scuole.

I liceali che sono bravi vanno all’interno di queste classi perché il livello è più alto rispetto a quello dell’università, il quale è abbastanza basso almeno fino alla fine della laurea triennale. Io ho fatto la mia classe preparatoria, letteraria (esistono classi scientifiche, letterarie o economiche) nel più vecchio liceo parigino all'interno del quale ci sono classi preparatorie tra le più famose di Francia e che hanno una bravissima reputazione. Ad esempio il mio liceo, nella sua storia, o nelle classi preparatorie, o nel liceo proprio, ha avuto come allievi Molière, Hugo, Baudelaire, Jaurès, Robespierre, Sartre, Bourdieu ecc. Fare questo liceo, o il « nemico », Henri IV (notate i nomi dei re di Francia per questi templi della Repubblica!), è un grande aiuto per la sua carriera futura. Quindi in Francia esistono due sistemi, quello per le persone che hanno avuto solo la maturità diciamo, senza deprecazione per loro, e quello per le persone che hanno avuto 30 e laude alla maturità.

In realtà si fanno due cose totalmente diverse in queste strutture. All’Università si fa una licence, cioè una laurea triennale però senza fare una tesi alla fine, e che, secondo me, è molto più facile della laurea triennale italiana (eccetto in medicina, o in diritto: visto che non ci sono classi preparatorie per queste materie, l’università è buona). Ad esempio coloro che fanno storia hanno qualcosa come 15-20 ore di lezioni all'università e basta. Devono lavorare un po' dopo i corsi però il lavoro non è molto importante e si può avere la laurea senza lavorare troppo. Però comunque, per avere un buon voto alla laurea, si deve lavorare.

Nelle classi preparatorie, il sistema è totalmente diverso. Non c'è un diploma alla fine. Si prepara in due o tre anni il concorso di una scuola per finirci i suoi studi. Le più famose sono la Politecnica di Parigi, la Scuola normale superiore di Parigi o HEC (Hautes Études Commerciales, alti studi commerciali). I concorsi sono molto difficili perché tante persone vogliono averli allora che alla fine, c’è una centina di posti per ogni concorso (alla Normale di Parigi, più o meno cento in scienza e cento in umanistica). Il concorso è talmente difficile che abbiamo 35 ore di corsi ogni settimana e almeno ancora 35-40 ore di lavoro personale, più prove scritte e orale di allenamento. Dipende da ognuno e dalla sua capacità di lavoro, ma la settimana lavorativa durante due anni fa tra le 70 e le 100 ore. Però si fa. Soprattutto i concorsi sono multidisciplinari e qui è la loro grande forza. In lettere per la Normale, abbiamo più o meno ogni settimana tra 4 e 6 ore di francese, di lingua straniera, di lingua morta, di storia, di filosofia e 2 di geografia, più una materia opzionale per prepararlo. Però il livello di uno studioso che entra all'interno di una classe preparatoria, cioè dopo la maturità, è in generale più basso rispetto a qualcuno che ha fatto il liceo in Italia. Io conosco Italiani che hanno fatto il liceo classico, che in Francia non esiste, e che hanno un livello in latino e in greco che è bravissimo, un livello più o meno uguale in queste lingue a qualcuno che entra alla Normale di Parigi senza fare l’opzione lettere classiche. Il problema è che in Francia, il livello del liceo soprattutto in lettere è molto più basso rispetto a quello dell’Italia. Qualcuno in Francia che fa lettere non deve fare latino o greco. È solo una possibilità e puoi fare le classi preparatorie in lettere senza aver fatto una maturità classica. È il mio caso. Non parlerò delle ragioni che fanno che questo livello è più basso. Quindi in Italia, visto che non ci sono classi preparatorie, il livello dell'università per i primi tre anni è molto più alto rispetto a quello della Francia, perché gli studenti bravi in generale fanno questi classi et che quando si fa una classe preparatoria, diciamo di due anni, se la persona non ha il concorso che vuole, va direttamente in terzo anno di università e qualcuno che ha fatto tre anni di classe preparatoria va direttamente in magistrale. A partire dalla magistrale, le persone che non vogliono fare studi lunghi sono partite dall’università e questi inizia a diventare più difficile.

Però c'è un problema importante nel sistema delle classi preparatorie. In esse, gli allievi sono delle classi superiori della popolazione. Non è sempre il caso, però le persone che sono preparate di meglio a fare questo tipo di studi sono più i figli di professori, di medici, di avvocati eccetera. Quindi si vede una riproduzione sociale molto più forte rispetto a ciò che si vede all'università, una riproduzione che pone un problema democratico grande. Per esempio, i figli di operai sono pochissimi a fare questo tipo di studi allora che in Italia, a mio parere di Francese che conosco appena questo sistema, l'università mi sembra un po' più democratica, benché un po' più cara.

Una ragione di questa differenza di sistema fra l'Italia la Francia è legata alla cultura delle élites, ciò che si chiama in Francia, la meritocrazia repubblicana cioè che è solo con le sue facoltà che una persona ottiene un posto prestigioso all'interno delle società, e nel caso degli studi, dopo aver superato un concorso pubblico. È un concetto nato dalla Rivoluzione con la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, istituito in realtà dalla Terza Repubblica a partire degli anni Ottanta dell’Ottocento. Però come ho detto, queste persone che vengono delle classi medie-superiori hanno un grande vantaggio sulle altre, un capital culturel di Bourdieu. Ma a volte le classi preparatorie rimangono un modo bravo per « alzarsi » nella società.

Questa differenza tra l'Italia e la Francia fa che, nel mio paese, c'è un sistema che permette di ottenere delle élites molto brave però lasciando a parte la maggior parte della popolazione, soprattutto che esiste una gerarchia tre le diverse classi preparatorie, quelle parigine (Louis-le-Grand, Henri IV, Fénelon, Condorcet per le più importanti) più qualche altra in Provincia, (Le Parc a Lione ad esempio), che permettono l’accesso alle più famose Scuole; poi ci sono le altre. C’è una grande disparità tra di loro. Per la Normale di Parigi in lettere, sulle più o meno 75 posti per uno dei due concorsi, tra 50 e 60 sono presi da studenti di Louis-le-Grand o Henri IV.

C’è davvero un problema democratico e risolverlo è difficile perché tanti politici hanno fatto i loro studi all'interno di questo sistema. O vengono dalle classi superiori e quindi è un sistema fatto per loro o fanno parte delle persone che hanno approfittato di questa possibilità di alzarsi nella società solo grazie al loro merito. Sanno ciò che devono a questo sistema. Io lo so.

Questo sistema è anche diverso perché il reclutamento dei professori si fa grazie a un concorso pubblico molto difficile. In realtà ci sono due concorsi diversi. Il primo concorso si chiama il CAPES e permette di insegnare nelle scuole medie e nei licei. Però il concorso prestigioso (e molto vecchio, esisteva già prima della Rivoluzione) si chiama l’agrégation. È molto più difficile averlo però i professori che l’hanno e che si chiamano agrégés sono meglio pagati e hanno la possibilità di insegnare in una classe preparatoria cioè nel superiore, o in laurea triennale. La maggior parte di loro comunque insegnano al liceo.

Quindi per rispondere alla tua domanda, se secondo me ci sarebbe la possibilità di fare questo sistema in Italia, ti dico di no, perché la cultura scolastica è diventata molto diversa e che credo che il sistema italiano sia rimasto per tante cose più bravo. Qualcuno che esce dal liceo classico ha in generale un livello in umanistica molto più alto e qualcuno che ha una laurea triennale in Italia è più bravo di qualcuno che ha una licence in Francia nell'ambito delle lettere almeno, ma anche per tante altre cose, le scienze per le quali il livello è sempre migliore nelle grandi scuole).

Comunque ci sono eccezioni, persone bravissime che hanno fatto solo l’università in Francia ma sono poche. Il problema vero del sistema scolastico-universitario in Italia, credo, è doppio. Il primo è la reputazione internazionale. Non è giusto che aver fatto una laurea alla Sorbona faccia meglio sul curriculum di una laurea in una buona università italiana allora che il livello è forse migliore in Italia (nonché le condizioni di vita, almeno nella parte che io conosco, cioè la Toscana). Il secondo problema è l'offerta lavorativa. Giacche in Francia non è molto grande, mi sa che in Italia è più bassa ancora. E tanti Italiani vengono a studiare in Francia, ne conosco molto sia alla Normale che alla Sorbona, soprattutto perché c'è più lavoro qui, però tanti mi hanno detto che il livello dei loro corsi all'università è in generale migliore in Italia. Vengono qui anche perché l’università costa di meno, tra il 180 (laurea triennale) e il 250 € (magistrale) l’anno, per quanto tempo ancora non lo so perché il governo ha deciso di aumentare i costi per gli studenti extra-europei, passando a 2.770 € e 3770 €. Questa decisione (chiamata Bienvenue en France, Benvenuti in Francia) non fu apprezzata però è passata in forza e siamo tanti tra di noi ad aver paura che la prossima decisione sia l’aumento per noi Europei, Francesi compresi, e che gli studi non siano più un diritto ma una fortuna.

Per concludere, posso dire che in Francia e in Italia, ci sono due culture universitarie diverse. Io so che aver fatto una classe preparatoria mi ha insegnato molto, soprattutto un metodo per lavorare. Io so anche tutto ciò che devo a questo sistema per le élites, però vedo anche il problema democratico che pone e che è uno dei tanti problemi di legittimità democratica che attraversano la società francese oggi, sia di un punto di vista economico che politico. Invece ciò che ho visto, imparato dal sistema italiano, mi fa dire che mi sembra più aperto, più democratico ma alla fine non c’è lavoro. Quindi, la Francia ha tanto da imparare a partire delle esperienze italiane, ma l'Italia deve fare lo stesso con la Francia per altre cose. Però non si può fare un sistema francese in Italia come non si può fare un sistema italiano in Francia. Non è perche si dice che un sistema è migliore, primo, che è vero, secondo, che è adattabile in un altro paese. Pascal, un grande filosofo e fisico francese del Seicento diceva : « Vérité en deçà des Pyrénées, erreur au-delà », « Verità di qua dei Pirenei, errore di là ».



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